UtUnumSint
Mercoledì 13
gennaio 2021
(Tratto
dalla cassetta del 13 gennaio 1993)
“… e la fece alzare prendendola per mano”
(Mc
1, 29-39)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito
andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La
suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli
si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella
li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli
indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che
erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni;
ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo
conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un
luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero
sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse
loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là;
per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Parola del Signore
Delfina: “… ma non permetteva
ai demoni di parlare” che cosa significa?
Luigi: Quante volte noi crediamo di conoscere!
Quante volte sento dire: “Ma io conosco; io so; io ho studiato!”; è quella
conoscenza che Dio proibisce di parlare, perché la vera conoscenza viene da
Dio. E chi conosce Dio non può fare a meno di amarlo; se non si ama è perché
non si conosce. L’amore è una cosa sola con la conoscenza per cui chi
conosce necessariamente ama. Noi crediamo di essere liberi perché diciamo: “Io posso amare o non posso amare!”.
Tu
non sei libero di amare perché non puoi amare una cosa che non conosci; come
non puoi desiderare una cosa che non conosci. Prova a desiderare un vestito che
non hai mai visto o una persona che non hai mai visto. Quindi l’amore è una
conseguenza della conoscenza, è durata della conoscenza, è la permanenza nella
conoscenza.
Delfina: C'è conoscenza e conoscenza.
Luigi: No, c'è la conoscenza che viene da Dio e
quella è la vera conoscenza; e c'è la conoscenza nel pensiero dell’io, per cui
facciamo esperienza di una cosa e crediamo di conoscerla”. Ad esempio: “Dio non esiste perché io non lo vedo e non
lo tocco”, questa è una conoscenza dell’io. È vero che non lo vedo e non lo
tocco, ma non posso dire non che non esiste. Ecco l’errore!
Delfina: Che significato hanno tutti questi malati
che vengono portati a Gesù dopo il tramonto del sole?
Luigi: Dopo il tramonto del sole, perché non si
potevano curare i malati in giorno di festa.
Delfina: Si, ma ha un significato.
Luigi: Il significato è che in giorno di festa
si può soltanto glorificare Dio e non si può pensare a noi stessi o ai nostri
mali, non puoi parlare di te e dei tuoi mali. Se nei giorni di festa parli
dei tuoi bubù, è finita, non è più festa.
Delfina: Però poi Gesù li ha guariti …
Luigi: Perché era finita la festa. La festa finiva
alla sera, il giorno finiva alla sera, non finiva come noi a mezzanotte. Al
tramonto iniziava il giorno seguente. Gesù fu sepolto il venerdì prima che
fosse sera, in fretta. Perché? Perché la sera del venerdì incominciava il sabato,
ed il sabato era un giorno sacro, per cui non potevano toccare i morti, non
potevano seppellire nessuno. Hanno dovuto fare in fretta, perché Cristo muore
alle tre e dalle tre hanno dovuto chiedere a Pilato il permesso di seppellirlo
e ad un certo momento arrivava il tramonto e hanno dovuto fare in fretta; per
cui hanno poi completato la sepoltura il giorno successivo al sabato. Ma è
tutto un disegno di Dio! Possiamo capire come si è formato il Volto della
Sindone: se Cristo non fosse stato sepolto così in fretta, non ci sarebbe
stata la Sindone. È lì la cosa stupenda! Tutto è stato programmato,
tutto è stato studiato. Una sintesi programmata, fatta allora da Dio per
il secolo ventesimo; non per quello precedente, perché prima si lavorava
solo di fantasia.
Valeria: “La febbre la
lasciò ed ella si mise a servirli”, la febbre
è quando siamo nel pensiero dell’io?
Luigi: Si, perché il nostro io è una febbre; quando
Gesù ci libera, ci guarisce dalle nostre passioni. Altrimenti restiamo
ossessionati e non capiamo più niente.
Maria: “Gesù si alzò quando ancora
era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava”
Luigi: Gesù ci insegna a metterci in silenzio in
attesa della luce.
Maria: Il Signore è venuto per tutti.
Luigi: “Tutti ti cercano”,
tutti! Tutti, vuol dire nessuno escluso. Tutti gli uomini sono appassionati
di Dio, non lo sanno, ma tutti gli uomini stanno cercando Dio; sbagliano luogo,
ma tutti stanno cercando Dio. Per cui c'è chi chiama Dio il denaro, la
donna, o la donna che chiama Dio l’uomo, il posto di lavoro, un’istituzione, ma
tutti stanno cercando Dio, tutti sono appassionati di Dio. “Tutti ti cercano” ma sbagliano luogo. Non lo
cercano per quello che è, dove Lui è. Lui è nel suo Pensiero. Lui non è fuori
ma è dentro di noi. Lo cercano in modo sbagliato e allora non lo trovano. Lui
dice: “Io sono venuto per predicare”,
predicare per noi attualmente ha assunto un significato sfasato, ma Lui è
venuto per insegnare. Per insegnare che cosa? Per insegnare Dio, per
insegnare a conoscere Dio. “Per
questo Io sono venuto, per insegnarvi a conoscere Dio, per insegnarvi a
conoscere il Padre!”.
Franca: “Tutta la città era riunita
davanti alla porta”, mi ha colpito questa
totalità.
Luigi: Si, perché quel paese è il nostro paese,
quella regione è la nostra regione, quegli uomini siamo noi, perché la parola
di Dio è universale; essendo parola di Dio ci siamo tutti.
Franca: Prima hai detto che Dio non ci ha dato
l’io come aggiunta, perché altrimenti saremmo come delle rotelle.
Luigi: Si, noi siamo strumenti quindi è Dio che
fa, che fa tutto.
Franca: E noi partecipiamo a quello che Lui fa.
Luigi: Magari…; se lo scopriremo in punto di
morte, ringrazieremo e loderemo il Signore. Ma è Lui che opera tutto.
Maria Grazia: Bisogna stare attenti a quando il
Signore non ci fa parlare.
Luigi: Si, sii sempre pronta ad ascoltare, ma
molto lenta a parlare; ogni parola va soppesata due, tre, cinquanta, mille
volte prima di uscire dalla tua bocca. Perché come l’hai detta non sei più
libera. Ma ascoltare sii sempre pronta; non bisogna mai disprezzare nessuno, anche
se c'è un ubriaco che sta parlando: “Un momento, qui c'è Dio che sta parlando”.
È uno strumento di Dio, anche se ubriaco. È uno strumento di Dio
l’handicappato, il bambino; non dire mai: “Non lo ascolto perché…”. No, è Dio
che sta parlando! Perché tu accogli l’handicappato? Per quale motivo? Perché
trovi Dio che ti sta parlando. È Dio che ti sta parlando e quali lezioni ti sta
dando! Ci vuole sempre questa attenzione, perché c’è sempre Dio in tutto. Dio
parla in tutto. Nessuno di noi è autorizzato a dire: “io accetto Dio solo
se mi arriva da un certo canale!”. In tal modo Dio ti manda una di quelle
batoste che non ne esci.
Domenico: Perché la Sindone è solo per il
ventesimo secolo?
Luigi: Perché c'è la fotografia, c'è la scienza
che doveva approdare a certe conclusioni. Prima del ventesimo secolo c’erano
decine e decine di Sindone e una era uguale all’altra; come è arrivata la
fotografia, e ci sono voluti duemila anni per arrivare alla fotografia, tutte
le altre Sindone, sono sparite perché solo una era quella vera.
Osvaldo: Gesù è venuto per guarirci facendoci
capire che il fine è conoscere Dio; e ci fa anche capire che la conoscenza di
Dio è un infinito.
Luigi: La vita eterna sta nel conoscere. La
vita eterna non sta nel fare, non sta nell’agire, non sta nell’amarci gli uni
gli altri, la vita eterna sta nel conoscere Dio. Vita eterna: Infinito.
Osvaldo: Quindi non potrò mai dire: “Ho capito!”?
Luigi: Si, puoi dire: “Ho
capito” perché con Dio c'è la conoscenza e la conoscenza vuol dire capire, c'è
una partecipazione! E questo capire ti apre ad un altro capire e vai
all’infinito! Non è un capire finito, ma è un capire che ti apre e ti lega
sempre di più, e ti interessa sempre di più, perché mentre
comprende tutto il prima, ti apre tutto il dopo.